Il mondo della persona

Aforismi

Raffaello Cortina Editore

Prima edizione 1991

Indice

Prefazione di Alfredo Todisco


Parte prima

Parole e silenzio

1

Costante preoccupazione dei monaci Zen era: tenere pulito lo specchio (metafora della mente).

A un livello più alto di maturità, avrebbero potuto permettersi di lasciarlo anche sporco.

Vi è ancora sporcizia nella preoccupazione e nella ossessività!

2

Le soluzioni impossibili dell’inferiorità.

P: “Al congresso ho ascoltato un oratore che speravo fosse un grande pensatore. Parlava di cose che sapevo già: che fesso! Un secondo oratore era esattamente ciò che io desideravo. Ho pensato: che rabbia mi fa! Perché non ci ho pensato anch’io?”.

A: “E stato astuto, altrimenti lo avrebbe considerato fesso”.

3

P: “Non so perché mi sento così piccola: una bambina”,

A: “Vi è un grande dentro di Lei che La vede piccola.

Guai agli altri, se lo impersonasse: vedrebbe tutti piccoli!”

Elogio a Jonathan Swift

4

Conversazione tra due partner.

La parola e’ d’argento, il silenzio è d’oro!

L’uomo dice: “E una metafora. Il suo significato referenziale deriva dal rapporto uomo-donna. La donna è forte con la parola, l’uomo vince con il silenzio. Spesso l’uomo si frega, perché parla troppo”.

La donna di rimando: “Ti ho fregato! L’uomo è debole, perché ha bisogno di vincere”.

5

Sulla collusione narcisismo-masochismo.

“Guarda quel furgoncino che si sforza inutilmente di trainare un autobus. Che presuntuoso!”

“Che masochista, direi!”

Masochismo e presunzione sono gemelli siamesi.

6

La sanità inizia con la recita della sanità.

7

L’autoeliminazione è la forma estrema del masochismo, risultato della morale sociale, e non tanto di quella rigida, quanto, ancora di più, di quella indulgente e benevolente.

Ciò spiega la frequenza dei suicidi tra i giovani.

8

A: “Da adulta, vuole la mano del padre nella Sua, per sentirsi finalmente bambina. Da bambina, invece, rifiutava quella mano per essere adulta. Da adulta, dunque, può far rivivere la bambina, senza lo svantaggio di esserlo”.

9

Ridurre ogni fantasia e verbalizzazione del paziente al simbolico, è palesemente l’opposto dell’assorbire fantasia e parola nel concreto e nell’azione. In questo caso si avrebbe la distruzione del simbolico. Da un lato Melanie Klein, dall’altro Wilhelm Reich.

Il segreto è mantenere la tensione tra fantasia e realtà, desiderio e cosa, parola e azione: da qui deriva la fecondità della psicoanalisi della tensione relazionale.

10

L’analisi riesce perfino a resuscitare i morti, e non solo a ricostruire i ricordi del passato, come per Freud.

“Dio è morto”, esclama Nietzsche.

L’analisi può far rinascere Dio. Lo stesso Dio? Il Dio del passato? No! Un Dio nuovo.

11

Vi sono uomini che offrono la loro spalla al pianto delle donne. Sono strozzini che investono a interessi esosi la loro disponibilità.

Alcuni vogliono il corpo, altri, più avidi, l’anima. Attenzione, dunque, ai preti, ma ancora di più ai poeti!

12

La compassione è il più crudele fra tutti i sentimenti: corrompe, fiacca e avvilisce la mente. Può distruggere un popolo.

13

Ogni rinuncia accumula odio: così, la si fa pagare a sé stessi e agli altri.

14

I contributi della psicoanalisi all’arte, da Freud alla Klein, da Kris fino ai più recenti kleiniani, non riescono a superare, da un lato, l’enfasi contenutistica, dall’altro, la dipendenza dalla critica estetica: le suggestioni dell’estetismo.

Nel suo ponderoso libro Ricerche psicoanalitiche sull’arte, Kris conserva la scissione fondamentale, platonica, fra realtà e illusione estetica. L’arte permane, così, nell’ambito della finzione.

Il platonismo e, a tutt’oggi, il peccato d’origine della psicoanalisi. Quindi, si osserva un curioso paradosso: la realtà è, da un lato, idealizzata e assolutizzata, ipervalorizzata, in contrapposizione appunto alla fantasia e alla finzione – l’esame di realtà, come principio supremo regolatore della vita psichica -, dall’altro, e abbassata e ridotta a dato di fatto, a realtà fattuale. Simultaneamente, vi è l’assimilazione tendenziale di fantasia, sogno e arte. Kris da un lato, i kleiniani dall’altro, si sono spinti oltre Freud, il quale accettava passivamente la visione aristotelica dell’arte tragica come catarsi purificatrice mediante scariche istintuali, a comprendere la funzione di controllo dell’Io nella creazione artistica su emozioni e istinti.

Come Reich, ignorato in psicoanalisi con una rimozione radicale, viene lentamente riscoperto, soprattutto dagli psicoanalisti americani, così Nietzsche stenta a essere conosciuto dagli psicoanalisti. Eppure, se si vogliono fare passi sostanziali nella comprensione dell’arte, soprattutto dell’arte tragica, lo si deve prendere in seria considerazione, per andare oltre il punto di vista, ormai stantio, sull’estetismo e la finzione artistica.

Nietzsche ha mostrato che, come l’approfondirsi del sogno può condurre all’incubo, così nella grande arte l’artista va oltre il sogno a occhi aperti, carezzevole e piacevole come leniente musica apollinea (l’arte come cura), e attinge uno stadio in cui le emozioni travolgenti della specie umana irrompono e spezzano la melodiosa levigatezza di Apollo. E Dioniso, lo Shiva greco, celebra, qui e ora, la sua danza festosa, il suo rito cruento di morte e il suo peana di rigenerazione della vita.

L’arte non è dunque soltanto finzione e illusione estetica, ma questione di vita e di morte, ricreazione di un nuovo cosmo, di un uomo nuovo, e la realtà non è solo realtà fattuale, ma realtà libidico-emotiva in divenire: fantasia, progetto.

La grande arte è vita e realtà all’ennesima potenza, così come la realtà può essere grande arte.

15

La psicoanalisi ha semplificato e ridotto la mistica e l’esutasi all’ipomania.

Questa mistificazione è possibile a causa di un’incompiuta distinzione tra l’identificazione ipomaniacale dell’Io con l’Io ideale, dove l’Io egotista, episodico, effimero e individualista, rimanendo tale, assorbe megalomanicamente l‘Io ideale, e l’identificazione mistica, dove l’Io si apre e s’immerge nell’ideale.

L’estasi, a sua volta, è la potenza di rivivere simbolicamente, e non solo simbolicamente, il primordiale incontro relazionale, simbiotico-fusionale, con la mammella.

16

P: “Mia moglie mi mette i piedi in testa! Naturalmente, dottore, come antidepressivo per se stessa. Credo di avere ormai abbastanza forza e autonomia per sopportarla. Se lo scopo dell’analisi è questo, credo di averlo raggiunto”.

A: “Se l’autonomia consiste nel portarsi felicemente la moglie sulla testa…”

17

Invidia e gratitudine.

Sillogismo di Melanie Klein.

La gratitudine è il sentimento più apprezzabile.

Tu non mi sei grato.

Dunque, tu sei invidioso.

18

Alle insistenti manifestazioni di interesse da parte degli altri, noi reagiamo credendo che essi si comportino cosi per affetto, per ammirazione, o perché vogliono qualcosa da noi. Così, noi attribuiamo loro, proiettivamente, ciò verso cui noi siamo sensibili e suscettibili.

In verità, è il narcisismo che fa da barriera alla nostra comprensione. Quando cade il velo del narcisismo, noi comprendiamo con mente chiara che ciò che essi vogliono è qualcosa che riguarda esclusivamente loro.

Qualche volta avevamo scambiato una fregatura per un vero interesse, qualche altra avevamo preso un genuino interesse per una fregatura.

19

Fino a che punto la paranoia sia determinata dalla scissione del sé e sia, quindi, la manifestazione di due sé, è mostrato da questo esempio.

In un sogno un paziente è in camera da letto con la moglie e una ragazza sconosciuta. La ragazza risponde alla sua seduzione. Ma, nella scena successiva, la moglie se la fa con un ragazzo che ha metà dell’età del paziente. Nel sogno il paziente si rassicura rispetto al suo delirio di gelosia su base proiettiva e narcisistica, pensando che egli è più maturo del ragazzo. La rassicurazione è il risultato di una rapida comprensione preconscia che ha permesso la reintegrazione della scissione: l’età del ragazzo è proprio quella in cui il paziente ha iniziato il rapporto amoroso con la moglie, e l’età della ragazza è quella della moglie nella stessa epoca.

La riconquistata superiorità dell’uomo adulto che segue il breve delirio di gelosia è dovuta alla reintegrazione della coppia del passato nella realtà del rapporto presente.

In precedenza il paziente aveva provato grande ansietà all’idea che il figlio vivesse una notte di angoscia, poiché’ egli aveva fatto l’amore con la moglie: egli, nel ruolo del padre, provava colpa per quel sé’ bambino geloso, identificato proiettivamente con il figlio.

In entrambi i casi, il delirio di gelosia era dovuto ai doppi ruoli, cioè alla scissione del sé.

20

Per l’adulto, immergersi voluttuosamente nel conflitto edipico significa rubare il sé stesso.

21

Paradosso della competizione è mantenere in vita il rivale, mediante l’identificazione mimetica con lui.

22

Mani assassine.

P: “Ho poca aggressività, dottore: avevo pensato di fare il chirurgo, ma mi è venuta la nausea solo all’idea di sporcarmi le mani di sangue” .

A: ‘È troppo crudele perfino per fare il chirurgo”.

23

P (psicologo): “Ho più paura del solito nell’affrontare l’esame di selezione per diventare studente della SPI”.

LA: “Perché?”.

P: “Questa volta penso di avere più chance, e temo di farmi lo sgambetto da solo”.

A: “Evidentemente, ha un nemico interno più pericoloso di quelli esterni. È possibile che Lei si presenti agli esaminatori ed esclami: ‘Fregatemi!’, se si identifica con la parte masochistica di sé stesso; oppure esclami: ‘Aiutatemi a fregarlo!’, nel caso si identifichi con il Suo persecutore interno, cioè con Lucifero che teme gli sfugga di mano la Sua anima”.

24

Contrariamente al punto di vista comune, ciò che è naturale è il risultato finale dell’artificio, dell’esperimento, del tormento della coscienza e della volontà.

La natura viene dopo la cultura.

25

Cercare sempre, puntigliosamente, le cause della nevrosi nel passato, questa ossessionante ricerca storico-scientifica significa, a un livello più alto di consapevolezza, il rifiuto di assumersi la piena responsabilità del presente, di accettare che vi è anche il divenire.

E, dunque, le formulazioni clinico-teoriche della psicoanalisi poggiano, ancora, su una visione statica dell’Essere: manca la prospettiva.

26

I problema della simbiosi si chiarisce quando si comprende che essa è una delle due fondamentali posizioni dell’Essere ed è quindi naturale. L’altra posizione è quella schizoide, anch’essa naturale.

Ognuna di queste posizioni genera la nevrosi, quando è unilaterale e coatta.

27

Sono disposti a darti una mano, se non ne hai bisogno, provano gusto a ritirarla, non appena avvertono i minimi segni del tuo interesse!

28

P: “Mi secca che mia moglie preferisca muoversi nel fare l’amore e non tolleri il mio movimento”.

A: “E preferibile lasciar fare alle donne. E un segreto, sconosciuto ai più, che l’uomo tanto più gode quanto meno si muove, e quanto più si muove la sua partner. Perciò, dovrebbe essere contento”.

P: “A ben pensarci, ieri ho accettato un po’ di più l’attività di mia moglie, ed è andata meglio del solito”.

29

P: “Mi sento un po’ il fiato grosso, come se temessi di arrancare nella Vita”.

A: “Il Suo ideale iperattivo La rende febbrile. Lei, che prima di questa analisi ha fatto una terapia di rilassamento, dovrebbe saperlo. Il rilassamento, preso come ideale di vita, alla maniera orientale, è parziale e riduttivo”.

È più difficile, ma anche più sano, tenere insieme la capacità di rilassarsi con la tensione verso la meta. Questo principio è la base della psicoanalisi della tensione relazionale.

30

P: “Mi sento bene; tuttavia, mi sembra di non avere nulla da dire”.

A: “Si è liberato di sintomi, conflitti tormentosi, incubi, deformazioni caratteriali, e ha raggiunto il vuoto. Lei teme ora di non avere più nulla da dire in analisi. Ciò equivale ad affermare di non avere più nulla da dire nella vita. In verità, Lei non ha più nulla da dire sul passato; ora, si tratta di creare!”.

31

L’illusione è considerata, in genere, feticcio espropriante, Araba Fenice.

Ma l’illusione che feconda la consapevolezza è la base di ogni potenzialità di realizzazione.

32

Per alcuni aspetti, “narcisismo” è il nome eufemistico del sadismo.

Ciò non è stato ancora ufficializzato dalla psicoanalisi.

33

Dal fatto che penitenza e ribellione fanno parte di uno stesso sistema, si può dedurre fino a che punto preti e delinquenti siano fratelli gemelli.

34

Una paziente sogna il volto della madre nel pozzo – versione del mito di Narciso.

La paziente si trova in quella delicata e pericolosa situazione in cui non si sa ancora se verrà attratta nel pozzo o se riuscirà a liberarsi dalla simbiosi fusionale, cioè dall’attrazione degli abissi, e a ricondurre la madre nella realtà.

35

La verità, tanto famosa quanto idolatrata da filosofi, moralisti, scienziati e psicoanalisti, ha finito per assumere il volto alienante ed espropriante di un idolo.

Ma gli idoli si frantumano, e la persona decide di trasformare la verità, di darle un nuovo volto, quello dell’avvenire.

36

Se non ha i mezzi per sostenersi, cioè un’irriducibile volontà e consapevolezza, la verità diventa la presa in giro di sé stessa, lo zimbello della giustizia.

37

Se si è voraci, vi è il pericolo di essere divorati.

38

Vi è un ideale che è l’espressione dell’inferiorità, della svalorizzazione di ciò che si è e si ha, come si può vedere in amore.

39

La maggior parte degli uomini ama, in modo esorbitante, ciò che è difficile da sapere e da conquistare.

Fortunati sono quei pochi che hanno compreso che ciò che è più facile non è alla portata di tutti; la cosa più difficile da conquistare è la cosa più facile.

40

P: “Voglio uscire da questo modo masochistico di vivere la realtà”.

A: “Bene! Ha finalmente compreso il problema”.

P: “Però, poi mi dico – eh no, caro, sarebbe troppo facile!”.

A: “È troppo facile, dunque, è più interessante soffrire!”.

41

Anche le migliori tra le donne possono essere tenute solo mediante la tensione dell’angoscia di perdita d’amore.

42

Per gli amanti dell’ascesi, la donna amata è il più valido esercizio per raggiungere la sanità.

43

Per essere felici nella vita amorosa bisogna fare esattamente il contrario di ciò che ha consigliato Reich, ossessionato dall’orgasmo.

Godersi le carezze e i baci della donna, senza desiderare ossessivamente l’orgasmo, lo facilita e lo potenzia.

44

La felicità è vista di malocchio da filosofi e psicoanalisti. Perché, per essere felici, è necessario far fuori numerose persone; da ciò, senso di colpa e depressione.

Il dilemma è, dunque, tra felicità e depressione?

No! Al di là della felicità, che è negazione evasiva della colpa e della depressione, vi è la gioia, che comprende anche il dolore, e che nasce dall’inalienabile consapevolezza che dalla morte mia e degli altri, come individui egotisti e narcisisti, sorge la persona.

45

Lo specchio positivo e quello negativo, con buona pace di Kohut, sono sempre negativi; sviluppano entrambi la tossicodipendenza da oggetti esterni.

L’oggetto buono e l’oggetto cattivo sono entrambi negativi, come ha messo in evidenza Guntrip, il quale ha dimenticato di aggiungere che sono due aspetti dello stesso oggetto: i due specchi si riducono a uno solo. L’aspetto positivo genera ipomania, quello negativo depressione.

La neutralità empatica, da non confondersi con la neutralità asettica e indifferente (scientifica), è il nuovo specchio ed è la soluzione del dilemma.

46

L’ideologia è la maschera dell’impotenza.

47

Non si tratta tanto di considerare nevrotiche, o psicotiche, le diverse posizioni lipidico-emotive: simbiotico-fusionale, narcisistico-schizoide, schizoparanoide, ipomaniacale, depressiva ecc., quanto di acquisire quell’elasticità e modulazione che permettano di disporre di esse.

48

Quando masochisti perdono l’aureola elci santi martiri avvertono il pericolo e provano grande angoscia, e ora, che dire, che fare?

 Privati dell’alibi della malattia, devono uscire allo scoperto e assumersi la responsabilità di sé stessi e della vita.

49

 P (donna): “Ero inibita nelle relazioni con gli uomini e  avevo bloccato tutte le emozioni. Ora sono in grado di esprimerle, compresa l’aggressività”.

 A: “Ecco un modo di rappresentare il risultato ottenuto: Lei si era riparata in un angolo della casa, mentre la tigre  si aggirava intorno a Lei; ora ha imparato a cavalcare la tigre. Attenzione, uomini!”.

50

 Com’è possibile parlare di un Io in psicoanalisi, se ve ne sono almeno due?

In un sogno la paziente ammirava e invidiava la sorella, la quale stava preparando un manicaretto.

Nella realtà è la paziente che cucina, che è attiva, mentre nella sorella prevale l’atteggiamento critico-ammirativo. Il rovesciamento di ruoli, nel sogno e nella realtà, mostra chiaramente che le posizioni di Marta e Maria appartengono alla stessa persona: sono due Io della paziente.

51

Non è vero che vi sia la donna fallica e sadica, una specie quasi naturale, come viene descritta in psicoanalisi. Quasi tutte le donne possono diventarlo, se l’uomo si comporta da masochista; ed esse possono divenire masochiste, se incontrano uomini tendenzialmente sadici. Non è assiomatico, tuttavia, che i sadici abbiano il potere di rendere masochisti i loro partner: la persona sana sa dire no.

52

Chi è il normale?

È colui che ha saputo mascherare la propria follia. 

Quindi, il folle è il normale ingenuo.

53

Il famoso aforisma taoista “La via più nobile è quella della consapevolezza, e la via più difficile e tortuosa è quella dell’esperienza”, dal punto di vista psicoanalitico potrebbe essere tradotto così: i figli possono imparare dall’insegnamento e comportamento dei genitori, posto che i genitori siano maturi e consapevoli.

Se i figli non sono nobili abbastanza e continuano a contestare e a ribellarsi, è indispensabile che i genitori, come extrema ratio, lascino che essi imparino dall’esperienza e cozzino contro la realtà.

54

Una volta venne da me un paziente, a cui i genitori avevano regalato una Porsche per conquistare le donne. Egli mi raccontò che, malgrado la Porsche, non era mai

riuscito a conquistarne una. Quelle ragazze che accettavano i passaggi non gli davano nulla in cambio.

Gli dissi che se voleva iniziare l’analisi con me sarebbe stato meglio restituire la Porsche ai genitori.

II paziente domandò: “E come farò a conquistare le ragazze?”.

Gli risposi a bruciapelo: “Se le conquista la Porsche, non le conquista certamente Lei”.

Com’è vero che l’entità della compensazione indica esattamente il grado di inferiorità, l’angoscia di impotenza, e la sfiducia nel poter essere mai amati!

55

Nei primi anni di esercizio della psicoanalisi ero decisamente più intransigente, duro e irritabile.

Una volta cacciai un paziente al sesto anno di analisi.

Costui, uno psichiatra, più anziano di me, era ben oltre l’età di mezzo. Nel corso dell’intera analisi, contro qualsiasi evidenza, ha sostenuto che io lo favorivo nella ricerca delle donne solo per dimostrargli che era troppo presto per interessarsene, e che egli doveva ancora occuparsi degli studi.

Quando, finalmente, dopo un indefesso lavoro da parte mia, il paziente trovò una donna che si innamorò di lui, partii per le vacanze con il sentimento di aver fatto un buon lavoro, anche in un caso disperato come questo. Al ritorno, poiché il paziente non mi parlava della donna, gliene chiesi spiegazione.

Egli rispose: “L’ho lasciata, naturalmente! Mi sono accorto del transfert: assomigliava a mia madre. Così, ho capito quello che Lei in questi anni voleva insegnarmi. Il transfert si è risolto e l’analisi sta per finire”. Gli dissi: “Sì,

infatti, è finita. Se ne vada”.

In seguito, ripensandoci col senno di poi, mi resi conto di essere stato impulsivo: il paziente aveva in parte ragione. Era stato allattato dalla madre per oltre due anni, e ne aveva le scatole piene.

56

Una volta un paziente, provetto scalatore, programmò un’ascensione su una vetta del gruppo dell’Everest, proprio nel periodo in cui la moglie avrebbe dovuto partorire.

Gli dissi con decisione: “Lei può fare a meno di andare! Non perda tempo e, magari, la vita!”.

Poi aggiunsi, in modo più morbido e persuasivo: “Lei non solo vuole scappare dalle Sue responsabilità, ma vuole anche compiere un’impresa pari a quella di Sua moglie. Ne può fare a meno, perché qui dovrà fare un’ascensione più pericolosa, più elevata e più lunga nel tempo, scalare una montagna più difficile di qualsiasi picco dell’Everest”.

La sua analisi è durata oltre cinque anni, seguita da brevi periodi di ripresa negli anni, ed è stata particolarmente faticosa, anche se alla fine ha avuto successo.

57

L’oggetto interno è il tarlo della mente.

58

Nelle discussioni tra l’uomo e la donna, il conflitto fondamentale si può, semplificando, ridurre a questo: l’uomo dà più importanza alla forma, alla modalità del discorso e al timbro della voce della donna, mentre questa si arrabbia per il contenuto e crede che egli sia arrabbiato per questo. Tuttavia, ho ancora un dubbio che questa regola valga per la mia partner.

59

Un modo diverso e sintetico di comprendere l’edipo: acquisire significato, mediante l’identificazione mimetica con il rivale.

Vi è un paradosso contraddittorio: il movimento di emancipazione è minato, fin dall’inizio, dalla scelta del rivale, come unità di misura. Dunque, perfino nel caso 

più auspicato, quello della vittoria, il risultato è l’assunzione di un ruolo narcisistico-megalomanico, che è negazione della persona che si potrebbe divenire, cioè di ciò che veramente si è.

60

P: “Malgrado l’amore per la vita, ho passato venti giorni molto sconquassanti. Ne vale la pena, dottore?”.

A: “L’amore per la vita non consiste nel superare, una volta per sempre, gli aspetti spiacevoli di essa — conflitti, tensioni, sofferenza, rabbia. L’amore per la vita si realizza nell’affrontare i suoi aspetti negativi, e, proprio nel mezzo di essi, mantenere la fede nell’amore”.

61

P: “Quell’individuo, morto tragicamente in una gara, aveva tutto e ha finito per uccidersi”.

A: “Avere tutto produce nausea, infiacchimento ed esaurimento della volontà di vita. Non rimane altro che rimettere tutto a repentaglio: rischiare l’ultima sfida alla vita, il che vuol dire: imbattersi nella morte”.

62

Differenza tra umanitarismo e persona.

Anche la persona ha, come meta, la salvezza degli altri, ma, a differenza dell’umanitario, aiuta gli altri dopo aver costruito solidamente sé stessa. Inoltre, la persona aiuta solo coloro che vogliono salvarsi, conserva la forza selvaggia ed evita gli sprechi.

63

Abele belante.

Il mondo della pastorizia si riflette, a livello mitico, nel Vecchio Testamento, e Abele, idealizzato, assume il significato di capro espiatorio.

Ne consegue, dunque, che l’ideologia del cristianesimo basata sul sacrificio dell’agnello è manifestazione compensatoria e umanitaria del mondo soppresso della pastorizia, che ancora oggi perpetra i suoi crimini.

Siamo dunque autorizzati ad affermare che il cristianesimo sostiene e giustifica i movimenti di regressione anti-culturale?

64

La liberazione dal masochismo è il primo passo verso la maturazione. Il secondo è quello di superare la tendenza al sadismo verso chi si pone in posizione masochistica.

65

Vi è una sottile distinzione tra la posizione schizoide, come difesa sana, che frappone un’istanza di sospensione tra il sorgere del desiderio e la sua realizzazione, e la sua forma coatta che si protrae e si mantiene anche in presenza di una situazione favorevole, dove vi è un oggetto d’amore disponibile che si potrebbe amare.

In questo secondo caso, la sublimazione permanente idealizzata è soltanto rinunzia e fuga dalla forma più alta di realizzazione dell’individuo e della specie umana, dal rapporto d’amore persona-persona. Qui giace la differenza tra la psicoanalisi della persona e la psicoanalisi freudiana ortodossa.

66

L’altruismo, tanto più compassionevole quanto più feroce è l’egoismo mistificato e compensato, ottiene risarcimento narcisistico per la forzata rinuncia all’egoismo, mantenendo permanentemente debitori i derelitti assistiti e nutriti.

Solo il sano egoismo è verace altruismo.

67

P: “Il gruppo al quale ho partecipato, per la prima volta, è pessimo: gli anziani assumono un atteggiamento veramente autoritario”.

A: “Vorrebbe che essi scendessero dai loro scanni, si piegassero in due per non farLa sentire così piccolo! E Lei, ha parlato?”.

P: “No! Non mi è riuscito di intervenire”.

Nella seduta successiva:

P: “Sono andato al gruppo, e questa volta ha funzionato: era proprio un bel gruppo!”.

A: “Ha parlato?”.

P: “Sì, ho fatto un intervento che è stato ascoltato e apprezzato”.

A: “Quindi, giacché ha parlato, non è più un brutto gruppo!”.

P: “Mi sembra di capire. La mia valutazione negativa era soltanto la manifestazione diretta del mio sentimento di inferiorità”.

68

Secoli di pregiudizi cristiani, basati sull’identificazione tra sessualità e procreazione (fatti propri anche da una parte della psicoanalisi)! La valorizzazione della femminilità basata sull’utero!

E se la donna non ce l’ha, o non può usarlo, non vale niente? E se lo usa, al massimo quattro volte durante la sua esistenza, vale solo per questo? Il valore della donna è forse condizionato dai capricci della natura e da quelli dell’uomo?

Il solo modo di annullare uno svantaggio storico-sociale nei confronti dell’uomo è una rigorosa comprensione psicoanalitica del problema.

Da un lato, il fallicismo imperante significa la riduzione dell’uomo e della donna ad animali d’armento, dall’altro,questa comprensione implica che una nuova valorizzazione della femminilità della donna è necessario che avvenga, sia a livello del corpo, come conseguimento di un orgasmo pieno e totale, sia a livello della sensibilità e dell’intelligenza, che nella società contemporanea si sono dimostrate, se non superiori, per lo meno pari a quelle degli uomini.

L’emancipazione della donna, come integrità e totalità, come individuo di genere, è decisiva per la liberazione dell’uomo dal branco e la sua maturazione di persona.

In costruzione – 8 Giugno 2020